La Valle Camonica e i camuni
Dopo le epoche glaciali, i primi uomini che arrivarono in Valle Camonica, formando piccole tribù e gruppi di abitazione, furono i Liguri e i Celti. Essi portarono la prima pastorizia, l'agricoltura e le prime lavorazione del ferro. Si unirono poi i fuggiaschi Umbri ed Etruschi (mercanti ed operai) e, mischiandosi, formarono quelle genti chiamate Retiche. Queste portarono nuove cognizioni intorno alla metallurgia, alla tecnica di nuove costruzioni, l'alfabeto e la viticoltura.
I romani trovarono già delle rocche edificate quando giunsero in Valcamonica, e chiamarono questo popolo col nome generale di Camuni. Questi scendevano, spinti dalla necessità di vitto, rapinando ai colli e al piano. Erano cacciatori, pastori, agricoltori, poco costruttori e mercanti vaganti. Solo nelle ricorrenze di fiere e mercati scendevano al lago per scambiare i loro prodotti, attrezzi di legno e metallo. Ricevevano in cambio: biada, miglio, farro, vino e olio. Amavano rimanere isolati e non fraternizzare con le popolazioni limitrofe, rimanendo sempre gelosissimi dei loro costumi e della loro indipendenza.
Questo stato di cose li distinse dai Cenomani, cioè dalla gente del piano, e così sino al 200 a.C. Decimo Bruto, uno dei congiurati contro Cesare, nel 45 a.C. scrisse a Cicerone di aver combattuto coi "più valorosi degli uomini" e a loro prese "molti castelli". Erano però solo scorrerie, e non conquiste; solo Silio vinse i Camuni nel 16 a. C.