Parrocchiale di San Maurizio

Chiesa parrocchiale dedicata a San Maurizio

Descrizione

Data l'insufficiente capienza della vecchia Chiesa, cominciò a farsi strada l'idea di una chiesa nuova da costruirsi sull'area della vecchia, che andava demolita. Sembrava un'utopia, perché l'impresa era veramente grande; si cominciò a pensare seriamente al progetto di una chiesa quando il Rev. Antonio Negri, curato di Cerveno, ma nativo di Niardo, decise di mettere a disposizione la somma di L. 10.000.

Si formò subito una commissione presieduta dall'Arciprete Don Francesco Ballardini, ma le difficoltà si presentavano enormi. Innanzitutto bisognava reperire l'area, in quanto quella su cui esisteva la vecchia chiesa era troppo piccola, e inoltre si voleva retrarre la nuova costruzione per consentire un'adiacenza adeguata alla nuova opera. Dietro la vecchia Chiesa sorgeva la casa canonica, un brolo del beneficio parrocchiale e un torchio da vino di proprietà del sig. Farisè Agostino. Fu ancora Don Antonio Negri che, con grande generosità, intervenne per risolvere il problema. Infatti egli aveva appena fatto restaurare la casa di famiglia sita di fianco alla chiesa; decise di regalarla alla parrocchia perché fosse adibita a casa canonica in sostituzione della vecchia canonica, da demolirsi. 

Venne fatta la permuta dei due immobili e Don Antonio Negri, dopo essere diventato proprietario della vecchia casa canonica, la cedette per la demolizione. Anche con il sig. Farisè Agostino si riuscì a combinare l'acquisto del torchio, per cui, dopo laboriose pratiche, finalmente la commissione poteva contare sull'area idonea alla costruzione della nuova chiesa. 

La costruzione

Il progetto della chiesa venne fatto studiare a mezzo di concorso dai migliori capi-mastri e tra i concorrenti ebbe la meglio il sig. Pellini di Lovere. La spesa prevista per l'opera era di lire 44 mila. Il 2 maggio 1906 iniziarono i lavori di demolizione del torchio, della canonica e della vecchia chiesa. Nell'agosto del 1906 S. E. Mons. Corna Pellegrini, Vescovo di Brescia, benediceva la prima pietra. 

Iniziarono i lavori, ma il 6 luglio 1907 crollò, in seguito ad abbondanti piogge, la muraglia alla quale era appoggiata la sacrestia, cioè la prima arcata e lesena del presbiterio e tutta la parte dell'abside; la muraglia, cadendo, aveva trascinato con sé tutto il tetto, mentre la muraglia di fronte aveva resistito. Il 25 dicembre 1907 moriva l'Arciprete Francesco Ballardini e gli succedeva il 22 febbraio 1908 il curato Don Girolamo Lanzetti il quale, già promotore con Don Antonio Negri della costruzione della nuova chiesa, continuò l'opera.
Durante il 1908 i lavori della chiesa proseguirono sempre: l'intonacatura interna ed esterna, il lavoro del volto, delle cornici, la stabilitura interna, la pavimentazione ecc... Si adattarono gli altari esistenti nella vecchia chiesa, come pure si adattarono le sedi del presbiterio, la bussola, le porte e questo in attesa di tempi migliori. L'opera costò in totale L. 74.000, somma che venne coperta gradualmente dall'Arciprete Lanzetti che, nel 1919 venne promosso vicario foraneo di Cemmo.

Modalità di accesso

L'accesso è libero. 

Sono presenti soluzioni specifiche per consentire l'accesso a persone con disabilità.